29 aprile 2006

Un viaggio attraverso le emozioni, le parole i punti di vista

..."La vista il senso dell’apparenza, tutto ciò che ci circonda viene giudicato al primo impatto dalla vista, ma poi inoltrandosi nei dettagli tutto si giudica con la mente con la quale si può scoprire l’artista, le sue emozioni, il suo modo di vedere il mondo"...
..."L’arte non è altro che una materializzazione del pensiero e dei sentimenti"


Jimi Pastorius

22 aprile 2006

Citazioni che fanno riflettere


Gli scrittori più originali dei nostri giorni non sono quelli che portano qualcosa di nuovo, ma quelli che sanno dire cose risapute come se non fossero mai state dette.

Goethe - Massime e Riflessioni

Ogni grande opera d'arte ha due facce: una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità.

Daniel Barenboim

Alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza,più profonde del linguaggio e delle abitudini:seguire i propri sogni e imparare ad essere se stessi condividendo con gli altri la magia di quella scoperta

S.Bambaren

L'affascinante mondo del COPYWRITER


L'immagine crea lo stile della comunicazione, cattura l'attenzione, colloca il prodotto nel suo contesto ideale, mentre il testo lo racconta e ne descrive le prerogative di unicità.
Grafica e testo perfettamente integrati e sinergici, sono responsabili del senso del messaggio, della sua connotazione razionale o emotiva, dell'impatto, del ricordo. Per i creativi è importante cosa si dice, ma è fondamentale come lo si dice.

Studiando questo mestiere mi sono resa conto dell'importanza di come si vuole comunicare un messaggio, l'importanza dell'immagine ma non solo, ho capito l'importanza delle parole. Una frase, uno slogan che colpisce, che attrae, scritto nel modo giusto è fondamentale.
Come dev'essere un vero copywriter?
La risposta a questa domanda l'ho trovata in un articolo pubblicato sul sito www.gandalf.it .

Ogni tanto qualcuno mi scrive per chiedermi come dev’essere un bravo copywriter. La risposta si trova in un manifesto che fu affisso nel centro di Milano più di vent’anni fa – nel 1982. Ma per spiegare questa storia occorre una breve premessa.
Quando qualcuno chiedeva (o proponeva) “regole” per fare comunicazione efficace, David Ogilvy si irritava e rispondeva per le rime: «not rules, fools, tools» (che tradotto pressappoco vuol dire “non sono regole, sciocchi, sono strumenti”). Una disciplina seria non è fatta di regole rigide, ma di criteri e metodi imparati dall’esperienza e dallo studio. Non si tratta di applicarli alla lettera, ma di capirne la sostanza e il significato.
Un fatto abbastanza ovvio è che nelle affissioni è meglio usare testi molto brevi. Come si spiega che abbia avuto buoni risultati un manifesto in bianco e nero, senza alcuna immagine e con più di seicento parole?
Non si trattava di un grande poster collocato in alto, ma di un piccolo manifesto affisso ad altezza d’uomo, in luoghi dove si cammina a piedi, nelle zone più spesso frequentate dalle persone cui il messaggio era destinato – che, fra i molti passanti, erano poche. Ma il titolo (semplice e chiaro) era adatto ad attirare l’attenzione di chi era interessato all’argomento. Cioè, più che il mezzo, era selettivo il messaggio. E i fatti dimostrarono che l’insolito strumento aiutava a suscitare curiosità.
Questa piccola campagna aveva due obiettivi. Una era, davvero, cercare un bravo copywriter (molti si offrirono, due furono assunti). L’altro era far sapere che un’agenzia stava crescendo – e aprire un dialogo con le imprese che ancora non la conoscevano, con una particolare attenzione a quelle che ne condividevano i metodi e i princìpi. Anche in quel senso ci furono buoni risultati.
Questo è il testo del manifesto (fu pubblicato anche come annuncio su alcune riviste di categoria, ma il successo fu dovuto soprattutto all’affissione).
Sono passati più di vent’anni. Ma non sono cambiati i concetti che definiscono un’autentica capacità di comunicare in modo efficace e interessante.


Manifesto:

Cerchiamo un vero Copywriter
Questa è una grossa occasione per qualcuno di molto speciale.Qualcuno che capisca davvero cosa vuol direlavorare professionalmente in pubblicità.Abbiamo parecchio da offrire.Ma abbiamo esigenze precise e severe.
Che cosa chiediamo
Per noi un copywriter non è un giocatore di parole o un inventore di fantasie gratuite.
È qualcuno che sa scrivere molto bene in italiano. Un italiano chiaro, semplice, vivo; mai manieristico o inutilmente goliardico.
Come tutti coloro che hanno vere capacità creative, è un pignolo. Prima di metter mano a una campagna vuol sapere tutto sul mercato, sul prodotto, sul consumatore.
Nella realizzazione, cura minuziosamente tutti i dettagli.
Ama parlare con la gente, verificarsi direttamente con il pubblico. Diffida delle ricerche se sono troppo schematiche, troppo astratte o troppo astruse.
Crede nel nostro mestiere, lo prende sul serio, si impegna a fondo. Si diverte a farlo bene.
È malato di inguaribile curiosità. Vuol sapere che cosa c’è di nuovo nella testa della gente.
Difende con chiarezza le sue idee, ma sa anche ascoltare. Sa che nel nostro lavoro chi smette di imparare diventa presto inutile.
È un buon compagno di lavoro. Rispetta i suoi colleghi in tutti i reparti dell’agenzia e si fa rispettare da loro.
Sorride spesso. Riesce a mantenere il huonumore anche quando un regista sbaglia una ripresa o un cliente rifiuta una proposta.
Non si accontenta mai della mediocrità.
Che cosa offriamo
Ciò che offriamo è l’occasione di lavorare in un’agenzia brava e seria che basa il suo successo esclusivamente sulle sue capacità professionali.
Un’agenzia aperta, pulita, senza giochi di corridoio e senza inutili burocrazie.
Un’agenzia in rapida crescita. Chi entra oggi sarà domani uno dei “fondatori”, uno del nucleo centrale.
Farà ancora in tempo a vivere l’esperienza faticosa e stimolante degli inizi.
Sarà a stretto contatto con tutti, dal fattorino al presidente.
Si troverà in un gruppo di professionisti di prim’ordine, e in un sistema internazionale fra i più forti, dinamici e avanzati del mondo.
Lavorerà per clienti importanti, esigenti e qualificati. Clienti che lo costringeranno ad approfondire, a verificare; e poi gli metteranno a disposizione grossi investimenti perché le sue campagne abbiano il respiro che meritano.
Lavorerà fra persone simpatiche, oneste, intelligenti, unite dall’entusiasmo del successo.
Lavorerà molto. Ma raramente il sabato, la domenica o la sera tardi.
Riceverà anche un gradevole stipendio, in relazione alla sua capacita ed esperienza, con possibilità di crescere. Ma non sarà l’immediato guadagno il suo motivo principale per venire da noi.
Una persona con il talento che cerchiamo ha probabilmente la possibilità di guadagnare di più altrove, magari sacrificando qualcosa della sua professionalità.
Cerchiamo un vero professionista: uno che sta bene solo in mezzo ai suoi simili.
Aspettiamo una lettera
Chi e interessato e crede di avere tutte le qualità che cerchiamo, per favore non ci telefoni. Ci scriva. La “lettera di vendita” che riceveremo sarà il primo strumento di scelta.
Nota:
Abbiamo detto “un” copywriter; ma se ne troviamo due, tanto meglio.
Abbiamo detto “un” copywriter, ma naturalmente se è “una” non fa alcuna differenza.
Abbiamo detto un “copywriter”, ma ci interessa anche un art director se ha capacità concettuali (non solo grafiche) e se corrisponde al profilo che abbiamo descritto.
Non abbiamo precisato il livello di esperienza. È intenzionale. Ci può interessare sia una persona di alto livello, sia chi ha esperienza più breve, purché sia della specie giusta.
Seguivano il nome dell’agenzia(che si chiamava Livraghi, Ogilvy & Mather)l’indirizzo e un elenco dei clienti.

19 aprile 2006

Chi è il grafico pubblicitario?


Il grafico pubblicitario o graphic designer non é quel professionista che si immagina. Sempre sul set di spot pubblicitari o in fase di illustrazione.
Non posso neanche dire che si diverte tutto il giorno sentendosi sempre gratificato, fortunato…Ma è certamente un professionista che crede in ciò che fa ed è sostenuto da una passione “incrollabile”, come la mia e come quella di tanti altri autori di grafica.Il grafico in realtà assomiglia ad un giocoliere che cerca di mantenere in equilibrio vari elementi, tra cui preventivi di spesa, aspetti psicologici, estetici ma anche funzionali. Solo quando mixa perfettamente ogni elemento del problema e tutto funziona, solo allora potrà ritenersi soddisfatto del risultato ottenuto (ma anche un pò affaticato per lo sforzo e desideroso dell’altrui comprensione). Si occupa per esempio della progettazione grafica di marchi (o logotipi), di immagine coordinata (insegna, carta da lettere, busta, modulistica varia); di packaging (veste grafica dei prodotti, etichette, confezioni, imballaggi); di progettazione editoriale (impaginazione di cataloghi, giornali, riviste, depliant...); di manifesti e pubblicità sui punti vendita. Non sono cose di poco conto, non é solo gusto estetico. Mi spiego: ad esempio un manifesto per l’iscrizione ad un corso di grafologia, se ben progettato, attirerà maggiormente l’attenzione, sarà letto più facilmente e sarà in grado di raddoppiare il numero di iscritti, rispetto ad un manifesto anonimo privo di veste grafica. Non è magia, ma lavoro di bottega. Non è arte, direi piuttosto creatività, raggiunta, di anno in anno, in piccole dosi, con tanto allenamento ed un’inesauribile voglia di crescere.
In realtà, anche se la creatività ha un ruolo importante, non è l'unica componente di questa disciplina, fatta di segni, simboli e immagini a volte persino indecifrabili, ma che nascono invece da uno studio preciso e attento che parte dall'esigenza di far notare un particolare messaggio e consentire soprattutto che il suo contenuto giunga chiaro e comprensibile al destinatario finale.
Le basi nozionistiche della grafica pubblicitaria sono quelle della tradizione tipografica, con tutte le regole per eseguire un corretto stampato, ma su queste si sono innestate nel tempo le esperienze visuali delle tendenze artistiche più avanzate, la psicologia della visione e la teoria della forma, l'utilizzo del computer come mezzo per la realizzazione dei progetti grafici.Ho deciso di svelarvi qualcosa di questo mondo, che sembra all'apparenza affascinante, ludico e un pò misterioso dove "vivono" pochi eletti, con attitudini particolari, quasi degli artisti o degli alchimisti, per rendergli finalmente un pò di giustizia.
Voglio poter rispondere a tutta quella gente che quando mi domanda "Cosa studi?" alla mia risposta "Graphic and virtual design" esclama il solito "EH!!!" con l'espressione di chi non sa assolutamente cosa sia.